Lo smarrimento del “senso” della giustizia
“giustizia.gif”Ho la sensazione che la nostra società abbia smarrito il senso della giustizia.
Quella giustizia che per i romani ha la sua radice nello “jus” (diritto), come principio inscritto nelle coscienze degli uomini e che, nella prospettiva di John Rawls – principale filosofo della politica contemporaneo -, deve essere intesa in termini di equità e l’equità, a sua volta, come istanza di imparzialità.
Ma imparzialità e, quindi, equità e, quindi, giustizia riescono ancora a dire qualcosa alla società in cui viviamo? Il “gretto” ed irrazionale interesse egoistico non ha preso il sopravvento sul senso di giustizia morale e sociale?[more]
L’utilizzo della “ragione”, secondo Rawls ed altri illustri pensatori, dovrebbe portare consociati e governanti a ricercare la giustizia, non solo per una migliore convivenza ma anche per la stessa gratificazione individuale.
Ma quando la “cultura”, la tradizione, l’assenza di “ragione” non consentono di percepire il valore innato e profondo della giustizia (fondata, come detto, sui pilastri dell’equità e della imparzialità), il rischio è che la legge, quindi la “legalità” concreta, possa fondarsi sull’ingiustizia.
Ahimè, questo mi sembra ciò che stia avvenendo in Italia nell’indifferenza dei più (almeno a giudicare dai sondaggi di opinione che ci vengono “propinati”).
L’ingiustizia nella legalità si ammanta di principi apparentemente buoni ma non valutati razionalmente e senza la guida di una precisa dirittura: lo “Jus” sostanziale.
In questa confusione, l’abuso dei più “potenti” è possibile e assistiamo a leggi che comprimono la libertà individuale primordiale (il più importante principio di giustizia elementare della teoria rawlsiana) senza vere ragioni e iniquamente; spesso con giustificazioni apparenti e “truffaldine” propugnate con veemenza (diritto alla riservatezza, efficienza dell’apparato, ecc.).
Gli esempi sono innumerevoli e la stampa quotidiana ne sottolinea gli aspetti più macroscopici (la cd legge – anche se ancora non approvata – sulle “intercettazioni”; i condoni fiscali e la tolleranza sostanziale dell’evasione; i privilegi della cd “casta”; l’accettazione di politici responsabili di reati; le “leggi ad personam”, ecc.).
L’oblio del valore della giustizia, comunque, serpeggia indisturbato ovunque e anche nelle leggi apparentemente ispirati a sani obiettivi, come nel recente provvedimento di stabilizzazione economica (D.L. 31.05.2010 nr. 78), farcito di disposizioni incomprensibili nella linea della “giustizia”.
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