2019/2020 – All’incontro con Cristo. Una fede che risana e trasforma
Giorno 20 ottobre 2019 è iniziato il ciclo di ritiri spirituali mensili presso il convento dei frati Cappuccini di Varese (v.le Borri 109).
I ritiri, guidati dal cappuccino Padre Francesco Polliani e che ordinariamente si svolgono la terza domenica del mese, termineranno con il ritiro del 17 maggio 2020.
Ciascun ritiro, presso il “Cenacolo” del convento, inizia alle ore 9.00 e si conclude con la messa in chiesa delle ore 11,15. Il programma comprende la celebrazione delle Lodi; una meditazione “predicata” da Padre Polliani; qualche minuto di domante e testimonianze (fino a poco primo l’inizio della Celebrazione Eucaristica nella Chiesa).
Il tema di questa’anno è: “All’incontro con Cristo. Una fede che risana e trasforma”.
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Durante il Primo Ritiro (20.10.2019) Padre Polliani ha parlato dell’esperienza del peccato. Per chiarire meglio l’esperienza che viviamo costantemente nella contemporaneità, ha commentato due episodi del Vangelo di Luca: “La donna curva” (Lc 13, 10-17) e “La guarigione dell’idropico” (Lc 14, 1-6).
Nella premessa ha ricordato che stiamo vivendo in un tempo in cui si sta perdendo il senso di Dio e ci si chiede se Dio esista e sia così necessario. Perdendo il senso di Dio si perde anche il senso del peccato: quel male dal quale solo Dio ci risana e guarisce.
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Il tema del secondo ritiro è “L’incontro purificatore: da lebbroso a immagine di Dio” (17.11.2019). Padre Polliani commenta l’episodio raccontato nel Vangelo secondo Matteo (Mt 8, 2-4) del lebbroso che, prostratosi davanti a Gesù, dice: “Signore, se vuoi, puoi purificarmi“.
Padre Polliani evidenzia come il lebbroso compie alcuni gesti molto importanti e significativi. In particolare: 1) Egli si avvicina; 2) Si prostra davanti a Gesù, ai suoi piedi; 3) Infine l’ultimo gesto che il lebbroso compie consiste nel parlare, nell’aprire un dialogo con Gesù.
La conclusione della meditazione di padre Polliani spinge a riflettere sul fatto che un po’ tutti noi potremmo riconoscerci nel lebbroso purificato da Gesù; perché, preliminarmente, dovremmo pensare che anche noi possiamo essere diventati lebbrosi e sentire il bisogno di compiere tutti i gesti che ha compiuto il lebbroso.
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Nel terzo ritiro (15.12.2019) padre Francesco Polliani – sempre con profonda sensibilità spirituale e grande competenza – ha trattato, in vista dell’approssimarsi del Santo Natale 2019, il tema: “L’evento dell’incarnazione: mistero di amore e di condivisione”.
Padre Polliani ha iniziato con una precisazione sul titolo dato al ritiro; in particolare la definizione di “evento” trattandosi di un fatto storico straordinario, importante: un evento. Un grande avvenimento che conforma la nostra vita.
Con la nascita di Cristo si verifica il compimento del progetto di salvezza che Dio aveva in mente. L’incarnazione consiste nel fatto che Dio si è fatto uomo; Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventasse Dio.
Concludendo la meditazione padre Francesco sottolinea alcune conseguenze pratiche del mistero dell’incarnazione:
1) Poiché la “Parola di Dio” è entrata nella storia, nel mondo la realtà umana non è maledetta, non è destinata all’insignificanza!
2) Le cose create, il nostro corpo, le realtà terrestri rimandano a Dio, rimandano a Cristo che si è inserito, innestato, si è fatto parte di questa umanità.
3) Gesù ha preso il volto dell’uomo, dobbiamo modellare la nostra immagine su di lui.
4) Dio nessuno l’ha mai visto; il figlio lo ha raccontato e narrato.
Ausilio per una riflessione personale
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4° Ritiro (19 gennaio 2020); Fiducia nella prova: La donna siro-fenicia e il cieco Bartimeo. Padre Francesco Polliani fa una profonda riflessione sui due episodi, raccontati dal Vangelo di Marco, de “La donna assiro-fenicia” (Mc 7, 24-30) e del “Cieco Bartimeo” (Mc 10, 46-52).
Entrambi i due personaggi mostrano una tale tenacia nel chiedere a Gesù il Suo intervento, che sono esauditi. Nel primo episodio Gesù ha messo alla prova la fede della sua interlocutrice. “E’ singolare che la donna con la sua risposta introduce alla consapevolezza che Cristo è l’unica dimora (“casa”) e l’unica mensa (briciole, mensa) a cui anche i “cagnolini” possono accedere: la mensa del signore è per tutti, poveri e ricchi, malcapitati e felici”.
Nel caso del cieco Bartimeo, notiamo come “la preghiera di domanda è sempre collocata nell’ambito della fede. Il cieco Bartimeno non grida a Gesù “guariscimi”, ma “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!””
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5° Ritiro (16 febbraio 2020) – Dall’idolatria all’incontro con Dio – La Samaritana. Nell’episodio della Samaritana l’evangelista Giovanni (4, 1-42) ci presenta una proposta di fede, mettendo in evidenza la sete di verità che ogni uomo ha. “Ogni uomo ha sete di infinito, di verità. Gesù si fa mendicante, parte dalla richiesta di un favore. Non soltanto l’uomo ha fame e sete di Dio, ma l’uomo è fame e sete di Dio, perché sta dentro nella realtà dell’uomo questo bisogno, anche inespresso, di Dio.