Il discorso di Napolitano a reti unificate
Il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica ribadisce principi molto importanti, alcuni, direi, fondamentali per la nostra malandata democrazia.
Dalla sintesi pubblicata nel sito web della Presidenza della Repubblica (non ho sentito il discorso per scelta ed “allergia” alle parole dei nostri rappresentanti istituzionali), ho colto come fondamentali – oltre all’enunciato secondo cui “il nuovo slancio di cui ha bisogno l’Italia, per andare oltre la crisi, verso un futuro più sicuro, richiede riforme” – i seguenti principi:
[more]
1) la necessità che ci (?) facciamo guidare da grandi valori, tra cui quello della “solidarietà umana”;
2) l’Italia deve “dare una risposta ai giovani che s’interrogano sul loro futuro”;
3) più equità sociale;
4) ci sono riforme e scelte non più rinviabili;
5) Nelle riforme istituzionali (in particolare della seconda parte della Costituzione) devono essere sempre garantiti equilibri fondamentali tra governo e Parlamento, tra potere esecutivo, potere legislativo e istituzioni di garanzia.
Ma il Presidente della Repubblica non ha osato dare alcuna specifica indicazione su come cominciare a percorrere questi sentieri che richiederebbero una rivoluzione politica e culturale. Forse non rientra nei suoi compiti – come scrive oggi Mario Monti sul Corriere della Sera -, ma la nostra esperienza delle tante parola pronunciate a fine anno, e durante l’anno, dei vari Presidenti della Repubblica (degli ultimi tre lustri) e da altri rappresentanti delle istituzioni, ci fa ben poco sperare sulla possibile efficacia dell’intervento presidenziale.
Per la concretizzazione dei valori, sopra enumerati in sintesi, ci vogliono riforme vere, non leggi ad personam o di parte. Ci vuole principalmente una “riforma della politica” che non possiamo richiedere ad una classe dirigente che, di fatto, non esiste; il governo è in mano ad una persona che crede di gestire lo Stato come una sua azienda, collaborato da una pletora di “cortigiani”.
Quale contrappeso, rispetto al Governo, può esercitare un parlamento (Napolitano giustamente afferma che devono essere sempre garantiti equilibri fondamentali tra governo e Parlamento) non eletto ma nominato dai capi “bastone”?
Per acquisire credibilità, la politica:
a) deve allontanarsi dallo stato-apparato;
b) deve ridurre enormemente i costi e i privilegi che si è riservata. E’ uno scandalo il cd rimborso delle spese elettorali ai partiti, che ha sostituito la legge sul finanziamento pubblico dei partiti abrogata dalla stragrande maggioranza degli italiani con referendum;
c) deve fare leggi giuste e nell’interesse delle collettività;
d) deve guardare al futuro e non all’interesse immediato e di “bottega”;
e) deve, in altri termini, avere sempre presente e come scopo la giustizia sociale concreta, che passa attraverso il ripudio di favoritismi, raccomandazioni e via elencando con un andazzo che va sempre più consolidandosi.
Nel 2007 (eravamo nella precedente legislatura e con Governo di segno opposto, ma la sostanza non cambia), Mario Pirani su “La Repubblica” lanciava un sondaggio tra i lettori dal nome “Decalogo per il palazzo”.
Riprendo alcuni punti – con qualche mia aggiunta – che mi sembrano di importanza fondamentale ed elementare.
a) Accorpamento e riduzione netta dei ministeri, taglio della compagine dell’esecutivo (oggi 104 tra ministri e sottosegretari) con un massimo globale di 60. Aggiungerei la riduzione dei parlamentari (comunque eletti e con autonomia, non con la legge elettorale in vigore); il contenimento degli organi istituzionali di regioni, province e comuni;
b) abrogazione delle leggi sullo spoyls sistem nella Pubblica Amministrazione. Aggiungo: la approvazione di regole chiare e meritocratiche di accesso ed avanzamento nella Pubblica Amministrazione (in particolare per quanto riguarda la dirigenza). Attualmente, in alcune amministrazioni, in modo scandaloso (vedasi Agenzia delle Entrate), la dirigenza è incaricata dal vertice, in assenza di regole e su ispirazione politica;
c) introduzione dell’obbligo del concorso con regole ferree e con classifica rigida (senza possibilità di scegliere fra rose di cosiddetti idonei) per tutte le nomine di pubblico interesse, dai primari degli ospedali ai direttori dei parchi ambientalistici, dai consiglieri di società partecipate a quelli degli organismi previdenziali;
d) riduzione di un terzo del numero dei consiglieri regionali, provinciali e comunali;
e) eliminazione dei finanziamenti assegnati ai consiglieri per spese a loro libito, decise da alcune leggi regionali. Creazione di un elenco delle società ed enti inutili costituiti dalle Regioni e varo di un piano di tagli in proposito;
f) riduzione drastica dei privilegi dei parlamentari e dei consiglieri regionali (dalle pensioni prima dei 65 anni e dopo mezza legislatura agli infiniti benefit).
A distanza di quasi tre anni non solo non è stato fatto nulla in tale direzione ma, anzi, si è andati in senso opposto.
Con buona pace dei messaggi di fine anno del Presidente della Repubblica!
Salvatore Fichera
Calendario
L | M | M | G | V | S | D |
---|---|---|---|---|---|---|
1 | ||||||
2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 |
9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 |
16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 |
23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 |
30 | 31 |
Archivi
- Novembre 2024
- Aprile 2020
- Dicembre 2019
- Febbraio 2018
- Novembre 2017
- Marzo 2017
- Dicembre 2016
- Agosto 2016
- Luglio 2016
- Novembre 2015
- Dicembre 2014
- Marzo 2013
- Novembre 2012
- Giugno 2012
- Maggio 2012
- Aprile 2012
- Marzo 2012
- Febbraio 2012
- Gennaio 2012
- Dicembre 2011
- Ottobre 2011
- Luglio 2011
- Giugno 2011
- Maggio 2011
- Marzo 2011
- Febbraio 2011
- Gennaio 2011
- Dicembre 2010
- Novembre 2010
- Ottobre 2010
- Agosto 2010
- Luglio 2010
- Giugno 2010
- Maggio 2010
- Aprile 2010
- Marzo 2010
- Febbraio 2010
- Gennaio 2010
- Dicembre 2009
Lascia un commento