Gravi indizi di colpevolezza in Parlamento
“Il_Parlamento.gif”Tra le giustificazioni addotte da vari esponenti del Popolo delle Libertà circa il turpe mercato di voti in Parlamento, nei giorni precedenti e successivi al voto di fiducia al Governo del 14.12.2010, vi è quella secondo la quale il fenomeno è avvenuto già in altri periodi storici e ad opera di altre rappresentanze politiche.
Ora – prescindendo dal fatto che pregressi comportamenti illeciti o immorali (ove tali fossero i “convincimenti” di parlamentari a passare da uno schieramento all’altro) non legittimano analoghi comportamenti futuri – mi sorprende come possa sottacersi la necessità di differenziare fatti materialmente e formalmente identici ma aventi diverse ragioni motivazionali e fattuali nell’agente.[more]
Dal diritto romano alla sensibilità giuridica moderna, attraverso il Cristianesimo e, più semplicemente, gli insegnamenti di Cesare Beccaria, noi riconnettiamo importanza primaria, nel determinare la punibilità di un comportamento illecito, alla volontà del soggetto attivo.
Tale volontà (nel diritto penale definita “criminale” e “dolo”) non sempre e non facilmente – come è intuibile – può essere individuata; ma come sanno bene i giudici e chi è cultore della materia, il più delle volte, bisogna ricorrere al altri fatti circostanti (le cd. “circostanze”) o ad indizi che consentano di dedurne l’esistenza, come determinazione di compiere il fatto vietato con coscienza e volontà.
Se vogliamo utilizzare analoghi strumenti al disonorevole fatto cui abbiamo assistito in questi giorni e capirne la motivazione lecita o illecita o immorale che ha indotto vari parlamentari a cambiare “casacca”, di circostanze ed indizi che possono condurre ad un giudizio di “colpevolezza” ve ne sono veramente tanti.
Alcuni mi sembrano macroscopici e subito evidenti anche a chi non frequenta i “palazzi del potere”. Sono:
1) Il sistema elettorale (si fa per dire, ma tale non può definirsi) vigente non consente alcuna selezione dei membri del parlamento. Si tratta di soggetti nominati per “strisciare” ai piedi di chi li ha “beneficati” o di qualunque altra persona gli consenta di mantenere il lauto incarico;
2) Tutti i membri del parlamento hanno il solo interesse – in assenza della fiducia dei cittadini/elettori – a mantenere il “posto” o a vederselo riconfermare;
3) I passaggi di schieramento sono avvenuti nelle immediatezze del voto di fiducia ed a seguito di presunte trattative che nulla hanno da spartire con posizione ideologiche o di interesse pubblico;
4) Sono ricorrenti le voci di corrispettivi in natura o economici a fronte del voto di parlamentari di cui non conoscevamo il volto e, tanto meno, le idee.
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