“”””Io sono ignorante, ma questo non significa che la verità non esista.
“”Netta questa dichiarazione di un grande cercatore di verità come lo scrittore Franz Kafka. È l’affermazione dell’«oggettività» della verità che esiste in sé, precede ed eccede la stessa ricerca umana. Potente è l’immagine che Platone nel suo dialogo Fedro introduce quando descrive la corsa del cocchio dell’anima nella «pianura della verità». Essa ci svela panorami sempre nuovi e inediti. Per rendere personale e «soggettiva» la verità è necessaria la conoscenza e la ricerca ed è per questo che lo stesso filosofo in un’altra sua opera, Apologia di Socrate, metteva in bocca al suo maestro una sorta di testamento morale: «Una vita senza ricerca non merita di essere vissuta». A opporsi alla verità è, perciò, l’ignoranza supponente. Non tanto la non-conoscenza che può essere colmata e divenire sapienza, quanto l’arroganza dell’ignorante convinto di avere a sufficienza conoscenza e sapere e da quel suo perimetro, spesso sghembo e limitato, egli esclude ogni altro spazio di verità.
Ai nostri giorni, nemico del vero non è solo l’ignoranza ottusa, è anche quella che viene definita «post-verità». Di essa spudoratamente si ornano e vantano uomini politici, soprattutto quando sono potenti e credono di poter plasmare liberamente la realtà e creare alternative a loro piacere rispetto al vero. Esemplare è la definizione di «post-verità» che si legge nell’edizione 2016 dell’Oxford English Dictionary: «Termine che denota circostanze nelle quali i fatti oggettivi sono meno influenti rispetto a credenze personali e sono un appello alle emozioni così da condizionare l’opinione pubblica».””
Gianfranco Ravasi – Il Sole24Ore, domenica 27 ottobre 2024
“”””Il dolore vero
DI GIANFRANCO RAVASI
Per un dolore vero, autentico, anche gli imbecilli sono diventati qualche volta intelligenti… Questo sa fare il dolore.
È Dostoevskij nei Demoni a proporre questa considerazione che potremmo commentare con le parole di un altro scrittore, Dino Buzzati: «Ogni vero dolore viene scritto su lastre di una sostanza misteriosa al paragone della quale il granito è burro. E non basta un’eternità per cancellarlo». Il dolore autentico – dice il celebre romanziere – è un maestro di vita, è un educatore che riesce a rendere sapiente persino un imbecille. Il suo ardore bruciante è simile a quello del crogiuolo che riesce a distillare oro da un masso grezzo.
A tutti è accaduto di incontrare una persona, prima fatua e vana, divenuta totalmente diversa, quasi trasfigurata dopo la tempesta di una sofferenza personale o della morte di un caro. Il dolore non è, quindi, solo un mostro che schiaccia e abbrutisce. È stato detto che la sofferenza è forse l’unico mezzo valido per rompere il sonno della ragione. Dev’essere però un «dolore vero», vissuto in profondità, non rigettato narcotizzando la mente e il cuore, ma elaborato, meditato, accolto nell’anima”””.
Breviario – Il Sole24Ore di Domenica 15 settembre 2019
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Come è cambiato il modo di accostarsi della politica alla Pubblica Amministrazione!
Discorso del Ministro degli Interni Mario Scelba (1954), su funzionari, burocrazia e Stato.
“La burocrazia deve saper resistere alle suggestioni che possono venire dalle forze politiche per ricordarsi di essere soltanto ed esclusivamente al servizio dello Stato. Tutto ciò che possa essere incompatibile con questa sua funzione deve essere assolutamente respinto e assolutamente rigettato. Intendiamo riaffermare questo, perché il paese deve sapere che nell’amministrazione non trionfa la fazione o la parte, ma il supremo interesse del paese, l’interesse generale della collettività”.
Ascoltiamo la registrazione trasmessa nel corso di una puntata del 2008 della eccellente trasmissione radiofonica “Con parole mie” di Umberto Broccoli.
Allocuzione di Mario Scelba ai funzionari pubblici:
Mi hanno colpito!
31 ottobre 2010 “Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell’Occidente è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere nè il presente nè il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto”
(Tenzin Gyatso, 14° Dalai Lama del Tibet)
La società continua a non vedere nella legalità un valore
Umberto Ambrosoli; “Qualunque cosa succeda. Giorgio Ambrosoli oggi nelle parole del figlio” Ed. Sironi
La diversità un valore e non un difetto (Crepet)
“Non è possibile credere senza che la propria fede trasformi in meglio l’esistenza di ognuno”
Plurima leges, corruptissima res publica (Tacito)
Prudenza: auriga virtutum
S. Tommaso d’Aquino
..ho sempre istintivamente detestato la furbizia, che ritengo un uso distorto dell’intelligenza
Vito Mancuso: La vita autentica
22 gennaio 2012 Pro veritate adversa diligere (Regola pastorale S. Gregorio Magno)