Berlusconi e berlusconini: l’abuso divenuto intollerabile
Gli anni di governo di Berlusconi e dei suoi (con partito della “Lega” e leghisti) sono segnati da un crescente degrado morale non solo della politica e delle sue massime istituzioni ma anche della pubblica amministrazione nel suo complesso (Ministeri, Agenzie, Enti locali, Enti pubblici di ogni genere).
Senza alcuna remora e pudore, clientele e clientelismi sono stati istituzionalizzati al posto di procedure trasparenti e capaci di assicurare, oltre ad eguaglianza e imparzialità, il rispetto di criteri meritocratiche e di sana concorrenzialità.
Criteri di selezione della classe politica e burocratica, improntati ad interessi di parte, hanno integralmente sostituito le elementari regole della democrazia e i principi fondamentali della Costituzione repubblicana.
La disaffezione al “pubblico” che non ci permette di scegliere amministratori efficaci e non spreconi
Il cittadino italiano, senza distinzioni in relazione a posizione e responsabilità ricoperte e sia pure con diversa intensità territoriale (nord, centro, sud), dimostra, in vari modi, una grande disaffezione al “pubblico”; alle cose comuni.
Sono molti i segni di tale disaffezione: l’elevato grado di evasione fiscale; la scarsa considerazione ai beni pubblici (pulizia di strade, parchi, giardini, muri, ecc); il cattivo svolgimenti di funzioni pubbliche; l’eccessivo costo dell’apparato politico-istituzionale e “l’assalto alla diligenza” dei pubblici amministratori (la cd “casta”).
In questa sede non voglio ricercare le cause, remote o prossime, di simili atteggiamenti poco sociali e molto diffusi nella nostra società ; siccome siamo in prossimità di una consultazione elettorale amministrativa, voglio rilevare come da ciò derivi anche una limitata capacità di discernimento nella scelta alle “urne”.